Le vampate o caldane sono un fenomeno che accompagna a volte la perimenopausa e la menopausa. A volte una paziente chiede: “Come sarò certa che si tratta di vampate?”.
In realtà la domanda è virtuale, perchè la donna che avverte tale sensazione se ne accorge in modo inconfondibile. Sul piano scientifico, molti aspetti della vampate non sono noti. Le percentuali di donne che le avvertono variano dal 25 al 50%, ma alcune non le avvertiranno mai. C’è inoltre una variazione geografica, che in realtà può dipendere dalla dieta. Le donne giapponesi, infatti, avvertono tale sensazione molto meno che le occidentali.
Ma cosa sono le vampate?
Sono sensazioni o “ondate” di calore che spesso sembrano invadere la parte alta del corpo e la testa. Tipicamente durano da 30 secondi a 3-4 minuti, ed sono accompagnate da una vasodilatazione, con sudorazione profusa. Esse sono causate da un fenomeno chiamato “instabilità vasomotoria”.
Per comprenderlo, basti pensare alle situazioni in cui la persona si trova immersa in un ambiente caldo. In questo caso l’organismo ha bisogno di disperdere calore per mantenere la sua temperatura interna costante. Viceversa, in un ambiente freddo deve trattenere calore. Nel primo caso, la dispersione di calore avviene tramite la vasodilatazione, cioè i vasi sanguigni più esterni si dilatano e il sangue caldo disperde il calore a contatto con l’ambiente. La riduzione della temperatura dovuta alla perdita di calore da vasodilatazione implica un “raffreddamento” del corpo, che mantiene così la sua temperatura interna costante.
Il contrario si verifica nel secondo caso, in cui la vasocostrizione (riduzione del diametro dei vasi sanguigni) “trattiene” il calore. Nelle vampate, questa vasodilatazione e vasocostrizione si verificano in continuo, e producono la instabilità vasomotoria. La dieta, la caffeina, il calore possono scatenare la vampata. Tuttavia la causa sottostante è la caduta dei livelli di estrogeni. La loro “sostituzione” mediante la terapia per la menopausa riduce e fa scomparire le vampate. Altri approcci sono possibili, tra cui la dieta e l’esercizio fisico. Anche approcci farmacologici di tipo non ormonale sono possibili ed efficaci.
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