La Presidente dell’ American Heart Association, ha segnalato incisivamente in un editoriale uscito nel mese di maggio 2001 su Circulation che le Donne provano una ” devastante mancanza di consapevolezza, e ” non credono che le malattie cardiache realmente possano colpirle.”
Erano riferiti i risultati di una recente indagine ove si evidenziava che meno del 10 % delle donne pensava che una malattia cardiaca fosse la maggior minaccia alla loro salute, mentre il 62 % nominava il cancro. La realtà è il contrario. Le malattie cardiovascolari (MC), includendo attacchi cardiaci ed apoplessia, sono le principali cause di morte, uccidono più’ di mezzo milione di donne l’anno.
In totale quasi il doppio del numero totale di morti per cancro, e più’ di 10 volte quelle da cancro della mammella. La colpa di questo è in parte dei medici, che falliscono nell’informare le pazienti. Questa mancanza endemica di consapevolezza e’ ancora più preoccupante perché le malattie cardiache, al contrario di molte forme di cancro, stanno diventando più’ prevenibili. I maggiori fattori di rischio per MC sono abitudini che possono essere modificate, o condizioni trattabili come fumo, obesità, mancanza d’esercizio fisico, dieta inadeguata, ipertensione, ipercolesterolemia e diabete.
I Cardiologi dovrebbero provare a convincere le persone che gli sforzi per attuare prevenzione dovrebbero iniziare precocemente nella vita. Le MC si evidenziano maggiormente nelle donne dopo i 65 anni ma l’incidenza di morti in età giovanili è di quasi 50.000 casi l’anno. Quest’evento spesso accade senza preavviso: più’ della metà delle donne che muoiono repentinamente di patologia coronarica non avevano sintomi precedenti e non sapevano di essere a rischio. Gli esperti affermano che la prevenzione non necessita sforzi eroici: camminare regolarmente o fare esercizio fisico moderato, perdere il peso in eccedenza ed astenersi dal fumo può ridurre notevolmente i rischi. L’esercizio da solo può’ diminuire il rischio d’attacco cardiaco e “stroke” del 50 percento. Il rischio e’ anche abbassato dalla dieta “mediterranea” ricca di frutta, verdura, grano, fagioli e pesce, a basso contenuto di grassi saturi che invece si trovano nella carne rossa, burro, margarina, formaggi e pasticcini.
I farmaci per l’ipertensione e per controllare la glicemia in caso di diabete, possono sostanzialmente abbassare la possibilità di avere un attacco cardiaco o un infarto. Alcuni Esperti biasimano ancora la professione medica: di 50 milioni d’Americani con ipertensione arteriosa, solo la metà è trattata, e solo la metà di questa metà riceve un adeguato trattamento. I medici hanno avuto poco successo nel trattare i problemi di peso che colpiscono metà di tutte le donne in America, ed in maggior proporzione quelle di razza nera e le ispaniche. La gente teme il cancro più’ delle MC e spesso afferma che se deve morire di qualcosa, meglio che sia un attacco cardiaco.
Quest’atteggiamento riflette una mancanza di consapevolezza delle sofferenze associate alle MC. Gli sforzi della prevenzione sono puntati non a tenere le persone in vita per sempre ma ad evitare loro anni di sofferenze ed una prematura morte. La romantica raffigurazione che MC e’ il modo migliore di morire perché’ molto rapido non corrisponde alla verità: i malati MC sono disabilitati e non hanno una buona qualità’ di vita. Essi possono subire anni di doloroso declino, debolezza e molteplici ricoveri ospedalieri”.
Prevenzione e’ particolarmente importante per le donne perché’ una volta colpite dalla patologia cardiaca non hanno possibilità di recuperare come gli uomini e presentano una maggiore probabilità di morire entro un anno dall’attacco cardiaco o di averne un secondo durante i sei anni successivi. Le donne non rispondono così bene come gli uomini agli interventi di by-pass coronarici o alle altre procedure di rivascolarizzazione coronarica. Le ragioni di queste peggiori prospettive non sono completamente chiarite. Alcuni studi hanno mostrato che le donne con attacchi cardiaci hanno più’ probabilità degli uomini d’avere altre condizioni che peggiorano la loro prognosi, quali diabete e stroke. La maggioranza di donne con attacchi cardiaci hanno dolori toracici ma molte presentano altri sintomi che possono disorientare e ritardare così la diagnosi ed il trattamento; le donne hanno anche maggiori probabilità degli uomini d’avere dolore al torace di tipo non cardiaco e alcuni medici possono così considerare il dolore toracico meno urgente da trattare in una donna, specialmente se giovane. Uno studio del 1999 sulle donne che avevano avuto attacchi cardiaci ha segnalato una tendenza a ritardarne il ricovero in ambiente ospedaliero e, una volta giunte in ospedale, era meno probabile che fossero sottoposte ai trattamenti farmacologici per l’ attacco cardiaco quali aspirina, emodiluenti e beta bloccanti rispetto agli uomini con la stessa sintomatologia!
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