La candidiasi vulvo-vaginale fa parte di un gruppo di infiammazioni prodotte dall’azione o il prevalere di agenti infettivi come batteri, funghi e parassiti. Tali infezioni sono lamentate da 1 donna su 3 e causano perdite vaginali, a volte maleodoranti, prurito, spesso difficoltà nei rapporti sessuali e un’altra serie di disturbi che riducono la qualità della vita delle donne.
Le cause della Candida
Da un fungo. Nella stragrande maggioranza dei casi (95%) è prodotta dalla Candida Albicans, nel restante 5% da altri ceppi di Candida.
Come si produce?
C’è una crescita eccessiva del fungo nell’apparato genitale, in seguito al passaggio dall’intestino (dove è presente senza causare disturbi) alla vulva (parte genitale esterna) e alla vagina.
Ci sono fattori predisponenti?
Sì, in particolare un’aumentata concentrazione di estrogeni sembra associarsi all’infezione,e terapie con corticosteroidi (ad esempio cortisone) o antibiotici possono favorirla. Inoltre il diabete si associa ad un’ aumentata incidenza di candidiasi e la gravidanza è un fattore scatenante.
Trasmissione Candida
E’ molto comune, non si trasmette necessariamente per via sessuale, ma anche per frequentazione con bagni infetti, piscine etc.
Quali sono i sintomi della Candida?
Perdite bianche consistenti, tipo latte rappreso, non maleodoranti, prurito, a volte bruciore ad urinare. Le difficoltà nei rapporti sessuali sono comuni.
Prevenzione e cura della Candida
Un’accurata igiene ed evitare indumenti intimi in nylon o indumenti stretti possono aiutare a prevenirla.
Come si tratta?
Il trattamento viene consigliato dal ginecologo e consiste nell’applicazione locale di antibiotici (antimicotici). Un trattamento per via orale può essere preso in considerazione nelle forme ricorrenti.
Bisogna trattare il partner?
Se non ha disturbi (prurito) no. Altrimenti, l’applicazione di creme locali è utile.
Può causare altri problemi, oltre alle perdite e al prurito?
Non si associa a problemi gravi (ad esempio il tumore del collo dell’utero come per l’HPV) o alla sterilità (come per la Chlamydia).
Le perdite ed il prurito: cosa aspettarsi dal medico
Quando consultare il ginecologo diventa necessario, ci si deve aspettare come minimo un’accurata storia clinica (in pratica un’ampia e approfondita “intervista”), cui segue la “ispezione”, cioè l’osservazione clinica del tipo di perdita, dell’odore e di altre caratteristiche, e la palpazione dell’utero e delle ovaie (la “visita” vera e propria). Il ginecologo può a volte aver bisogno del prelievo di un piccolo campione di liquido dal tratto alto della vagina, quindi deve applicare uno “speculum“. Tale strumento può provocare un certo fastidio, soprattutto in presenza di un’infezione. Esso consente anche di osservare il collo dell’utero, specialmente se è disponibile un “colposcopio”, che consente un ingrandimento di 6-40 volte.
Il pap test andrebbe rinviato al controllo dopo il trattamento, perché la presenza di microrganismi può interferire con la lettura dello striscio da parte del tecnico. Una visita di controllo alla fine del trattamento è opportuna.
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