Le lesioni “premaligne” del collo dell’utero sembrano provocate dall’infezione di un virus insidioso, detto HPV, dall’inglese Human Papilloma Virus (virus del papilloma umano). Esso viene trasmesso sessualmente e, nelle donne e uomini suscettibili, entra nelle cellule e ne comincia una lenta trasformazione.
Se intervengono altri fattori, per la maggior parte sconosciuti, la cellula può trasformarsi definitivamente e si sviluppa il cancro. Quindi da una infezione che nella maggior parte dei casi si risolve come l’influenza, può derivare il cancro del collo dell’utero. Ma attenzione non tutti i tipi di virus HPV producono tale effetto, solo alcuni, che possono essere scoperti con opportuni test disponibili in laboratorio, sono più “propensi” a causare la trasformazione, sono cioè più “aggressivi”.
Ma quanto incide la infezione nella popolazione?
In un recente studio americano pubblicato sul New England Journal of Medicine (VOL 338, No 7, 1998), su un campione di giovani donne collegiali, si è scoperto che, in 3 anni di osservazione, ben il 43% delle donne risultavano affette dal virus (quasi una su due!). L’infezione era associata all’età giovane, alla razza (soprattutto le donne di colore), all’etnia (soprattutto le ispaniche), al numero dei partner sessuali, al consumo di alcool, al sesso non vaginale, e alle abitudini del partner (più a rischio relazioni anche stabili, ma con partner con molte esperienze sessuali precedenti). Il rischio di alterazione del pap test aumentava con la persistenza dell’infezione, che nella maggior parte dei casi però scompariva da sola senza trattamento.
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